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Ginecologia
Di cosa parliamo?

La Ginecologia è la branca della medicina e chirurgia che si occupa della fisiologia ma soprattutto dei disturbi che possono interessare il sistema riproduttivo e l’apparato genitale femminile.

Questa disciplina si avvale del medico specialista che, oltre ad assistere la donna durante la gravidanza e il parto, segue la paziente durante tutte le fasi della propria vita, dalla pubertà fino alla menopausa.

Numerosi sono gli strumenti che il ginecologo può utilizzare per indagini più approfondite rispetto alla normale visita ginecologica, tra questi possiamo mettere in evidenza:

  • il colposcopio per l’ingrandimento della cervice uterina
  • l’ecografo
  • il diatermocoagulatore per la microchirurgia.

Dopo la comparsa delle prime mestruazioni o dopo il primo rapporto sessuale, le ragazze devono consultare un ginecologo. Più tardi, per prevenire altre malattie, si fa una visita annuale.

Se, tra una visita e l’altra, pervengono fenomeni anomali come irritazioni, pruriti o secrezioni insolite è consigliabile anticipare la data della prossima visita.

Il ginecologo è consultabile per ragioni diverse:

  1. per la prescrizione di un anticoncezionale come pillola, spirale, ecc.
  2. in caso di gravidanza
  3. menopausa, a causa di un’infezione vaginale.

Il ginecologo, in ogni caso, è un interlocutore privilegiato che può fornire consigli preziosi sulla propria vita intima.

Visita Ginecologica 

La visita ginecologica è un esame clinico strumentale di facile esecuzione. Previo svuotamento della vescica si invita la paziente a posizionarsi sul lettino ginecologico, successivamente, il ginecologo effettuerà in primis un’ispezione dei genitali esterni e in seconda battuta l’ apposizione dello speculum per visualizzare le pareti vaginali, il collo dell’utero e la presenza o meno di secrezioni o perdite ematiche.

In relazione alle secrezioni ematiche è possibile effettuare tampone per ricerca di germi comuni (candida, tricomonas, streptococco, gardnerella vaginalis) e specifici (mycoplasma, ureaplasma, clamidia, gonococco).

Su richiesta, inoltre, è possibile effettuare il pap test o il nuovo metodo thin prep

Il Thin Prep  rappresenta un passo avanti rispetto al pap test migliorando significativamente la qualità e la rappresentatività del preparato. Esso consente infatti di preparare un vetrino di più alta qualità, premessa indispensabile per una lettura efficace da parte del citologo. Una volta effettuato il prelievo, infatti, le cellule si  introducono  in un liquido di conservazione, invece di essere fissate su un vetrino. In questo modo è possibile conservare pressoché tutto il materiale prelevato. Ricerche cliniche condotte su migliaia di donne hanno dimostrato che il thin prep-pap test aumenta in misura significativa l’identificazione di cellule precancerose.

In cosa consiste il pap test nella visita ginecologica

Il pap test consiste nel prelievo di cellule di sfaldamento esterne ed interne al collo dell’utero. Strisciate sul vetrino, si inviano al citopatologo al fine di una valutazione microscopica delle stesse per accertare o smentire eventuali alterazioni, su base virale, neoplastica,infiammatoria, o un quadro di assoluta normalità.

Una volta rimosso lo speculum, si effettua la visita ginecologica bimanuale al fine di valutare eventuali irregolarità vaginali, dolenzia degli annessi (ovaie), dimensioni e posizione dell’utero (retroversoflessione o normoversoflessione).

Si può, inoltre, eseguire il controllo ecografico con sonda endovaginale. Dal controllo è possibile evincere le dimensioni, la posizione mediana o meno dell’uterno e l’eventuale presenza di fibroma al suo interno (polipi endometriali e malformazioni della cavità uterine).

La valutazione della visita ginecologica

La valutazione ecografica delle ovaie potrebbe, invece, rilevare eventuali formazioni cistiche funzionali o disfunzionali, dilatazioni delle tube (sactosalpingi) e cisti parovariche.

A completamento dell’esame ginecologico, inoltre, è sempre utile l’esame ispettivo e con palpazione del seno bilateralmente al fine di escludere grossolane alterazioni della ghiandola mammaria, nonchè valutazione dei cavi ascellari per valutare la presenza o meno di eventuali ingrossamenti linfonodali.

 

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